OTTAVO CENTENARIO DELLA "MAGNA CHARTA"
Di
questi tempi gravi eventi funestano popoli e paesi della sponda sud
del Mediterraneo mirandone a sovvertire lo stato di diritto,
faticosamente costruito da pochi anni.
Ad
esorcizzare il ritorno di fantasmi di epoche buie, gli Armati della
Antica Marca ricordano che giusto otto secoli fa, in Inghilterra, Re
Giovanni Senzaterra pose il sigillo reale su un atto legislativo
conosciuto poi come “Magna Charta Libertatum”.
La
“Magna Charta” era in realtà un semplice elenco di diritti e
garanzie che tutelavano principalmente i venticinque baroni del
regno, ma rappresenta comunque il seme da cui si sviluppo' in seguito
l'idea di stato di diritto. Vi troviamo ad esempio limitazioni al
potere assoluto del sovrano, l'introduzione del principio per cui
nessuno puo' essere arbitrariamente imprigionato, una sommaria
regolamentazione sull'imposizione delle tasse ed altro ancora.
Temi
anche solo abbozzati nella Magna Charta, maturati ed evolutisi nel
corso dei secoli, sono la base dell'attuale ordinamento giuridico
inglese nonché del concetto di Stato moderno, cosi' come noi oggi
comunemente lo intendiamo.
Oltre
le “concessioni” del sovrano inglese, e' altresi' doveroso citare
altri due fondamentali provvedimenti legislativi tardo-medievali
emanati, questi, entrambi nell'Italia meridionale: nel 1140 Ruggero
II° Altavilla, re di Sicilia, promulga le “Assise di Ariano”,
nel 1231 l'imperatore Federico II° riordina
e completa il corpo normativo dei suoi domini nelle “Costituzioni
di Melfi”.
La Magna Carta (Magna Charta Libertatum) è redatta in latino, datata 15 giugno 1215 fu siglata a Runnymede, una zona verde lungo il Tamigi, nella contea inglese di Surrey.